
Il movimento Zero Waste è un approccio ambientale, sociale ed economico che mira a eliminare la produzione di rifiuti attraverso una gestione sostenibile delle risorse, ispirata ai cicli naturali, dove ogni scarto diventa una risorsa.
🌱 I suoi principi fondamentali
Spesso riassunti con la regola delle 5R:
- Refuse – Rifiuta ciò che non ti serve (es. imballaggi inutili, gadget promozionali).
- Reduce – Riduci ciò che consumi (es. acquisti consapevoli).
- Reuse – Riutilizza invece di buttare (es. contenitori, vestiti, oggetti).
- Recycle – Ricicla solo quando riuso e riduzione non sono possibili.
- Rot – Compostaggio dei rifiuti organici.
🧭 Finalità
- Ridurre l’impatto ambientale dei consumi.
- Incentivare la responsabilità individuale e collettiva.
- Promuovere modelli economici circolari e alternativi all’usa-e-getta.
- Difendere la giustizia ambientale, evitando che i rifiuti siano scaricati su comunità vulnerabili.
La definizione del movimento zero waste in ambito turistico significa ripensare il modo in cui si progetta, si accoglie e si fruisce un territorio: dall’uso dei materiali nelle strutture ricettive e nei servizi, alla mobilità, fino alla comunicazione e agli eventi, per minimizzare l’impatto ambientale e massimizzare il valore locale.

Panorama storico
Il movimento Zero Waste (rifiuti zero) ha radici che si sviluppano nel corso del XX secolo, ma è diventato un movimento globale strutturato solo a partire dagli anni ’90. Di seguito una panoramica dei momenti chiave e delle sue pietre miliari:
📌 Origini e primi sviluppi
- Anni ‘70-‘80: Le prime critiche alla società dei consumi e all’usa-e-getta emergono con forza durante il movimento ambientalista, specialmente negli Stati Uniti e in Europa. Si comincia a parlare di riciclo, compostaggio e rifiuti pericolosi.
- 1995: Il termine “Zero Waste” viene adottato in maniera sistematica dalla società californiana Zero Waste Systems Inc., fondata da Paul Palmer, per promuovere il riutilizzo di sostanze chimiche nei laboratori.
🌍 Pietre miliari del movimento globale
- 2000: Nasce la Zero Waste International Alliance (ZWIA), che definisce formalmente cosa significhi “Zero Waste”:
“La progettazione e la gestione di prodotti e processi per evitare e eliminare sistematicamente il volume e la tossicità dei rifiuti e dei materiali…” - 2002: La città di Canberra (Australia) adotta un piano per diventare Zero Waste entro il 2010 – uno dei primi esempi istituzionali.
- 2008-2010: Cresce l’attivismo individuale, con casi emblematici:
- Bea Johnson, francese trapiantata negli USA, avvia il blog “Zero Waste Home” (diventerà un libro nel 2013), raccontando la vita della sua famiglia che produce un solo barattolo di rifiuti all’anno.
- Lauren Singer, con il blog “Trash is for Tossers”, diventa un volto pubblico del movimento.
🇪🇺 Iniziative europee e italiane
- 2013: Nasce in Italia l’associazione Zero Waste Italy, fondata da Rossano Ercolini, premiato nello stesso anno con il Goldman Environmental Prize per aver guidato una battaglia contro l’inceneritore di Capannori (LU), che diventa il primo comune Zero Waste in Europa.
- 2015: L’UE adotta il Piano d’Azione per l’Economia Circolare, che pur non menzionando esplicitamente lo “Zero Waste”, promuove pratiche coerenti con il movimento: riduzione dei rifiuti, design per la riparazione e riciclo, fine del modello lineare.

📆 2015 – 2025: Un decennio di evoluzione del movimento Zero Waste
🔹 2015: L’anno della svolta politica
- L’Unione Europea lancia il primo Piano d’Azione per l’Economia Circolare, che promuove:
- Riduzione dei rifiuti.
- Ecodesign e durabilità dei prodotti.
- Incentivi alla prevenzione e al riuso.
- Le tematiche Zero Waste iniziano a essere incluse nei piani strategici delle città e dei comuni europei.
🔹 2016–2018: Diffusione urbana e protagonismo civico
- Diverse città europee e americane (Barcellona, Ljubljana, San Francisco) adottano strategie “Zero Waste”.
- Cresce la visibilità del movimento grazie ai social media e agli influencer sostenibili (Bea Johnson, Lauren Singer, Kathryn Kellogg).
- Nascono gruppi locali, iniziative di rifiuti zero nei festival, mercati sfusi, gruppi di acquisto e progetti di economia del riuso.
🔹 2019–2020: Zero Waste e Climate Emergency
- Il movimento si intreccia con le proteste giovanili per il clima (Fridays for Future).
- La gestione dei rifiuti viene riconosciuta come componente chiave nella lotta alla crisi climatica (legata a emissioni, energia e inquinamento).
- Crescono le Zero Waste Cities in Europa, coordinate dalla rete di Zero Waste Europe (oltre 500 comuni aderenti entro il 2020).
🔹 2020–2021: Pandemia e sfide nuove
- La pandemia di COVID-19 rallenta alcune pratiche Zero Waste:
- Ritorno massiccio al monouso (mascherine, imballaggi, plastica).
- Ridotta possibilità di fare acquisti sfusi o riutilizzare contenitori.
- Tuttavia, si rafforza il dibattito su consumo, sprechi e resilienza ambientale.
- Emergono progetti locali di autoproduzione, scambio solidale, banchi del riuso.
🔹 2022–2024: Rilancio normativo e innovazione
- L’UE adotta il nuovo Pacchetto Economia Circolare 2.0, che include:
- Regolamento su imballaggi riutilizzabili (Packaging and Packaging Waste Regulation).
- Obblighi crescenti per prevenzione rifiuti alimentari e tessili.
- Crescono le aziende che adottano modelli “zero rifiuti” nella produzione (moda, cosmesi, food).
- Boom di negozi sfusi, refill station, cooperative circolari, sia online che locali.
🔹 2025: Il movimento oggi
- Il movimento Zero Waste è diventato parte della transizione ecologica e della strategia climatica di molti enti pubblici e imprese.
- Si diffonde un approccio integrato:
- Progettazione circolare.
- Formazione nelle scuole e nei territori.
- Coinvolgimento attivo di cittadini e turisti in esperienze “zero waste”.
- La valutazione dell’impatto ambientale e la misurazione dei rifiuti evitati diventano indicatori chiave nei progetti finanziati da enti pubblici e fondazioni.

In Italia: punti salienti 2015–2025
- Zero Waste Italy continua a promuovere comuni virtuosi (Capannori, Parma, Treviso, Trento).
- Si consolidano le reti territoriali (es. Comuni Virtuosi, APE, Associazione Rifiuti Zero).
- Molti progetti europei (LIFE, Horizon, Interreg) finanziano azioni Zero Waste nei borghi, nel turismo e nelle scuole.
- Emergenza rifiuti in alcune regioni rilancia l’urgenza di modelli alternativi (es. Lazio, Sicilia, Campania).
In sintesi
Tra il 2015 e il 2025 il movimento Zero Waste è passato da pratica alternativa a strategia strutturata, capace di influenzare politiche pubbliche, abitudini di consumo e modelli economici.
Fonti e risorse
🔹 Fonti istituzionali e normative
🇪🇺 Unione Europea – Economia circolare e rifiuti
- Circular Economy Action Plan (2020) – EU Green Deal
https://ec.europa.eu/environment/circular-economy/ - Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio (PPWR)
https://environment.ec.europa.eu/publications/proposal-packaging-and-packaging-waste_en - EU Waste Framework Directive (Direttiva Quadro Rifiuti)
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:32008L0098
🔹 Reti internazionali Zero Waste
🌍 Zero Waste International Alliance (ZWIA) – Definizione e principi
Contiene la definizione ufficiale di Zero Waste, linee guida e standard internazionali.
🇪🇺 Zero Waste Europe – Progetti, città, casi studio
Organizzazione centrale per il movimento europeo: elenchi di città zero waste, policy papers, dossier tematici (turismo, tessile, plastica, eventi).
📘 Zero Waste Cities – Programma europeo per i Comuni
Iniziativa di supporto a città e territori impegnati in percorsi rifiuti zero.
🔹 Fonti italiane
🇮🇹 Zero Waste Italy – Rete italiana Rifiuti Zero
Fondata da Rossano Ercolini. Contiene esempi di comuni virtuosi, iniziative scolastiche, progetti partecipativi e documenti tecnici.
Premio Goldman a Rossano Ercolini (2013) – Environmental Prize
🔹 Casi studio, attivisti e divulgazione
👩💼 Bea Johnson – Zero Waste Home
Testimonianza fondante del movimento “domestico” zero waste, con pratiche quotidiane e strumenti per famiglie e imprese.
👩💼 Lauren Singer – Trash is for Tossers
Blog che documenta uno stile di vita zero waste in contesto urbano e imprenditoriale.
🔹 Dati e report
♻️ Global Waste Index (by Sensoneo, 2022)
Classifica dei paesi in base alla gestione dei rifiuti.
♻️ OCSE – Waste Management and Circular Economy
Report, dati comparati e analisi policy sulla gestione dei rifiuti nei paesi OCSE.
🔹 Altro materiale utile
- Ellen MacArthur Foundation – Economia Circolare
https://ellenmacarthurfoundation.org/
Riferimento chiave per comprendere il contesto economico e sistemico dentro cui si inserisce il movimento Zero Waste.
ISPRA – Rapporto Rifiuti Urbani in Italia
https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani
Dati italiani annuali sulla produzione e gestione dei rifiuti.
Sara
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