La plastica e il settore turistico - 2024

Oggi ti propongo un aggiornamento sul tema plastica, in particolare sul cosa è stato fatto per ridurre (il consumo), riutilizzo (del prodotto) e riciclo.

Se vuoi puoi leggere il primo articolo del 2022, basta cliccare sul titolo “Plastica dati in Italia e Europa”.

Ti stai chiedendo quali sono le motivazione che spingono il settore turismo ad essere contro l’inquinamento da plastica? io si, parliamo anche di questo.

Great Pacific Garbage Patch
https://www.forbes.com/sites/scottsnowden/2019/05/30/300-mile-swim-through-the-great-pacific-garbage-patch-will-collect-data-on-plastic-pollution/

Cosa spinge il settore turismo ad occuparsi del problema plastica?

  • Imponente uso tradizionale della mono dose nell’ospitalità sia per i set cortesia che per le colazioni.
  • Enorme uso di contenitori di plastica per cibo consegnato a casa, oppure portato a casa dagli ospiti perchè in eccedenza (doggy bag) nella ristorazione.
  • Forte abitudine all’utilizzo di bottiglie di plastica per l’acqua, durante le escursioni.

Queste tre situazioni generano per gli operatori costi di smaltimento non indifferenti. Oltre a questo

  • l’inquinamento visibile e abbondante della plastica imbruttisce i luoghi.
  • Il fenomeno è globale e globalmente criticato, nessun luogo è salvo nemmeno l’oceano o l’Antartide o quell’isoletta sperduta. Questo crea un minimo di sensibilità in più.
  • Le attività proposte di pulizia sono sempre ben viste dall’opinione pubblica.

Purtroppo spesso gli operatori hanno nei vari stati regole igieniche arretrate collegate all’uso di monodose da seguire, questo non aiuta a cambiare atteggiamento, a migliorare la propria proposta, a sforzarsi di trovare fornitori migliori.

I temi fondamentali collegati al turismo di questo aggiornamento (da rivedere ad Aprile, quando uscirà il report 2023) sono:

  • la monodose
  • Le alternative esistenti da utilizzare quando è obbligatoria la monodose
  • Il recupero degli scarti.

Aggiornamento dati sulla plastica ad inizio 2024

Gli obiettivi pilastro intorno ai quali si concorda per la costruzione di politiche che possano contribuire agli obiettivi di neutralità climatica e, al contempo, ad affrontare il problema dell’inquinamento da plastica, in ordine di costi e orizzonte temporale degli effetti sono:

  • Riduzione dei consumi di plastica
  • Incremento dei tassi di riciclo e di riutilizzo,
  • Utilizzo di bioplastiche

 

Sono stati elaborati dal think tank ECCO (la fonte principale delle informazioni che sto condividendo) due scenari al 2050,  relativi al consumo di plastica in Italia e alle emissioni di CO2 eq associate a tali consumi.

Nello Scenario 2050 politiche correnti si ipotizza che il consumo di plastica aumenti del 5% ogni sei anni, come osservato negli anni 2011-2017 (Figura 2).

Nello Scenario 2050 best case si assume invece che, grazie all’eliminazione dell’overpackaging e alla riduzione dei consumi di imballaggi monouso in plastica e dei consumi di plastica anche negli altri settori, si riesca a invertire il trend di crescita dei consumi, arrivando a 3,8 Mt nel 2050.

Sono poi state calcolate le emissioni associate a tali consumi di plastica. Viene considerata la plastica consumata e non quella prodotta dal momento che il nostro Paese è un grande consumatore di plastica, ma la produzione di polimeri è contenuta. Nello Scenario 2050 politiche correnti si ipotizza che ancora più della metà della plastica immessa sul mercato italiano sia fossile e che la restante plastica sia da materiale riciclato o biobased.

Considerando il fine vita, si ipotizza che il 70% dei rifiuti plastici post-consumo vengano riciclati; il resto dei rifiuti viene destinato alla termovalorizzazione o al compostaggio industriale.

In tale scenario si ottiene una riduzione delle emissioni del 9% rispetto al 2020.

Nello Scenario 2050 best case si ipotizza che sul mercato italiano non venga più immessa plastica di origine fossile, ma solamente prodotta da materiale riciclato e plastica biobased.

Accogliendo le sollecitazioni europee verso l’annullamento del deposito in discarica e la riduzione delle emissioni di CO2 tramite incenerimento, si ipotizza che più del 90% dei rifiuti plastici vengano riciclati, grazie a importanti miglioramenti nella raccolta, nella selezione e nel riciclo della plastica. In questo scenario si raggiunge una riduzione delle emissioni del 98% rispetto al 2020.

Lo Scenario 2050 best case è uno scenario molto ambizioso. Per raggiungere questi risultati è necessario mettere in atto vari strumenti di policy gia esistenti, ma nel caso Italia non obbligatori. Questo purtroppo non ci aiuta.

Il sistema di deposito su cauzione è, ad esempio, uno strumento efficace per incrementare i tassi di riuso e riciclo degli imballaggi.

Nei paesi dove questo sistema per il riciclo è obbligatorio per legge, si raggiungono tassi di raccolta dei contenitori per bevande anche del 94% (Lituania, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Paesi Bassi e Germania).

In Italia, nel decreto Semplificazioni bis del 2021 è stata inclusa una specifica norma che introduce i sistemi di deposito cauzionale per contenitori per bevande in plastica, siamo ancora in attesa dell’emanazione del decreto attuativo per far entrare effettivamente in vigore il sistema. E’ fondamentale anche dire però che i tempi richiesti dall’Europa sono molto ampi (entro il 2029), se a questo aggiungiamo i tempi lunghi per l’attuazione delle norme in Italia capiamo come mai, in Italia, il deposito su cauzione non sia ancora obbligatorio.

In hotel e in ogni attività in cui le persone vengono guidate il sistema di deposito su cauzione richiede parzialmente la collaborazione dell’ospite e organizzazione, oltre ad un approccio positivo e coinvolgente da parte dello staff.

L’ospite informato e coinvolto sarà sempre maggiormente disponibile a collaborare, anche se le proprie abitudini a casa sono diverse.

 

L’introduzione di strumenti di tipo regolamentare per incoraggiare la transizione dall’usa e getta verso prodotti riutilizzabili gioca un ruolo decisivo tra le politiche adottate o in via di adozione in diversi paesi europei.

Prendendo come esempio la legislazione francese, anche in Italia si potrebbe introdurre un target di riutilizzo per tutte le tipologie d’imballaggi commercializzati graduale del 5% entro il 2024 e del 10% entro il 2028.

Nel caso dell’hotel passare dai prodotti monodose per la colazione ai prodotti in bottiglia di vetro sarebbe un passo avanti, chiaramente è più complesso parlare di riutilizzabile, quando esistono norme igieniche da seguire (però contenitori sterilizzati ed etichettate possono essere una via).

Nel caso di attività come tour, escursioni passare da prodotti in plastica a prodotti in contenitori di alluminio o vetro (nel caso dei succhi, te, acqua, vino e altre bevande) è possibile.

Sarebbe ottimo poter aggiungere la combinazione borraccia e presenza di fontane dove riempire l’acqua nella destinazione, per contribuire a togliere l’abitudine dell’usa e getta.

 

Per migliorare la qualità del riciclato e diminuire l’esigenza di plastica vergine è possibile intervenire a monte, con un design del prodotto che punti a una semplificazione delle composizioni dei polimeri e del disassemblaggio dei prodotti in componenti omogenee dal punto di vista del polimero costituente.

In questo caso il settore turismo può contribuire al miglioramento tramite la scelta dei materiali, dei fornitori e la conoscenza dei prodotti che stiamo acquistando per tutto dai mobili alle decorazioni esposte, dai set cortesia ai contenitori per il cibo in cucina.

Plastic Tax e Direttiva Europea SUP

Plastic Tax

Abbiamo detto nel precedente articolo che l’Unione Europea ha anche introdotto una plastic tax di 0,8 €/kg sui rifiuti d’imballaggio in  plastica non riciclati prodotti in ciascuno Stato Membro.

Il costo per l’Italia si dovrebbe aggirare intorno ai 900 milioni di €/anno e questi contributi sono destinati al budget europeo, che viene  a sua volta utilizzato per finanziare i Recovery Plan. Il contributo di 900 milioni di euro che il  nostro Paese deve pagare all’Unione Europea, se non raccolto con la plastic tax nazionale, grava sul bilancio dello stato.

La plastic tax italiana era stata introdotta con la legge di Bilancio 2020 e sarebbe dovuta entrare in vigore nell’estate del 2020, ma è stata poi rimandata a gennaio 2021, a luglio 2021, a gennaio 2022, a gennaio 2023 e ancora a gennaio 2024.

La legge di bilancio 2024 in vigore dal 1 gennaio, con l’articolo 11, comma 1 posticipa al 1° luglio 2024 la decorrenza dell’efficacia della c.d. plastic tax e della c.d. sugar tax istituite dalla legge di bilancio 2020.

Direttiva Europea SUP

La Commissione europea ha introdotto nuove norme riguardanti i prodotti in plastica usa e getta maggiormente presenti come rifiuti sulle spiagge  e nei mari europei, nonché sulle attrezzature da pesca perse accidentalmente o  abbandonate.

La direttiva introduce numerose  misure, tra cui:

  • Il divieto di vendita di numerosi prodotti usa e getta in plastica per i quali sono già disponibili alternative con minore impatto ambientale (bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, agitatori per bevande, aste per palloncini, contenitori in polistirolo espanso per alimenti e bevande, tazze per bevande in polistirene espanso);
  • obiettivi di riduzione del consumo di tazze e bicchieri per bevande e alcuni

contenitori in plastica monouso per alimenti;

  • requisiti di progettazione per le bottiglie in plastica per bevande (i tappi dovranno

essere attaccati ai contenitori e le bottiglie in PET dovranno contenere almeno il 30%

di materiale riciclato entro il 2030);

  •  istituzione di regimi di responsabilità estesa del produttore per alcune tipologie di

prodotti in plastica diversi dagli imballaggi (filtri per prodotti a base di tabacco,

palloncini, salviette umidificate e attrezzi da pesca), includendo anche i costi necessari

per la rimozione dei relativi rifiuti se dispersi nell’ambiente;

  • obiettivi di raccolta differenziata per le bottiglie in plastica per bevande con capacità fino a tre litri (90% entro il 2029).

Sara

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