Ho voluto verificare quale fosse la realtà di alcune destinazioni, per una mia scelta personale etica. 

Mi sono però resa conto che altre persone potrebbero essere del mio stesso parere, pensarla come me. Se leggi ciò che scrivo nel mio sito, è probabile che le nostre preferenze siano allineate. 

Questo è il motivo che mi ha spinto a pubblicare l’approfondimento sulle destinazioni a cui porre attenzione. Spero di esserti stata utile, in particolare perché ho indicato i problemi, ma anche alcuni modi per aiutare e luoghi alternativi da visitare. 

 

  • Paesi a rischio per instabilità, conflitti o terrorismo
  • Paesi dove le libertà sono limitate per diverse categorie di persone
  • Paesi dove l’instabilità economica è molto alta e dove si rischia di peggiorare la situazione visitando. 

Aggiornamento Ottobre 2025  

Sana’a yemen
Sana’a, Yemen

Paesi a rischio per instabilità, conflitti o terrorismo

Questi paesi sono attualmente considerati pericolosi per i viaggiatori. Non solo il turismo non è sicuro, ma anche la popolazione locale soffre fortemente per conflitti e crisi umanitarie.

  • Afghanistan
    Dal ritorno al potere dei Talebani (2021), i diritti delle donne sono stati cancellati: divieto di istruzione oltre una certa età, esclusione dalla vita pubblica, restrizioni al lavoro. La sicurezza è compromessa dal terrorismo diffuso.
  • Haiti
    Lo stato è quasi collassato: bande armate controllano gran parte della capitale, con rapimenti e violenze frequenti. Non esiste sicurezza, né stabilità politica.
  • Libia
    Dopo la caduta di Gheddafi, il paese è frammentato tra milizie e governi rivali. Instabilità cronica, traffici illegali, assenza di servizi di base rendono impossibile un viaggio sicuro.
  • Mali
    Colpi di stato militari recenti, presenza di gruppi jihadisti e conflitti interni hanno reso gran parte del paese pericoloso.
  • Myanmar (Birmania)
    Dopo il colpo di stato militare del 2021, repressione delle minoranze etniche, guerra civile e arresti arbitrari sono all’ordine del giorno. Turismo etico e sicuro è praticamente impossibile.
  • Repubblica Centrafricana
    Presenza di gruppi armati e continui scontri. Una delle crisi umanitarie più gravi e dimenticate al mondo.
  • Repubblica Democratica del Congo (est)
    Zone come Nord Kivu e Ituri sono teatro di conflitti armati e violenze contro civili. Lo sfruttamento delle risorse naturali alimenta instabilità.
  • Somalia
    Lo Stato non ha mai recuperato piena stabilità dal collasso negli anni ’90. Al-Shabaab e altri gruppi terroristici mantengono forte influenza.
  • Sudan e Sud Sudan
    Il Sudan vive una guerra civile dal 2023 che devasta Khartoum e Darfur. Il Sud Sudan, indipendente dal 2011, soffre di conflitti interni e carestie.
  • Siria
    In guerra civile dal 2011. Gran parte del paese è distrutta, con milioni di sfollati e controllo frammentato tra governo, opposizioni e forze straniere.
  • Yemen
    Una delle peggiori crisi umanitarie: guerra, carestia e malattie. Sicurezza inesistente per visitatori e condizioni tragiche per la popolazione.
  • Eritrea
    Anche se meno visibile, è considerata una “Corea del Nord africana”. Servizio militare obbligatorio a tempo indeterminato, assenza di libertà di stampa, emigrazione forzata.
  • Russia (zone di confine/Ucraina)
    Il conflitto con l’Ucraina, la repressione interna e le sanzioni hanno reso il paese isolato e pericoloso.
  • Venezuela
    Grave crisi economica, politica e sociale: blackout, scarsità di cibo e medicine, proteste represse.

Iran
Il regime reprime proteste, limita la libertà delle donne (obbligo di hijab) e arresta cittadini stranieri con accuse arbitrarie.

Hand of Fatima mountain.
Hand of Fatima mountain. Mali

Nota a parte per Israele e Territori Palestinesi.

Dove collocare questi Paesi?

Categoria: Paesi a rischio per instabilità e conflitti + eticamente problematici per diritti civili e politici.

Motivi principali:

  1. Conflitto armato aperto (Gaza, 2023-2025): bombardamenti, vittime civili, assedio e blocco che impediscono vita quotidiana e sviluppo.
  2. Violazioni dei diritti umani documentate da ONG internazionali (Amnesty International, Human Rights Watch) sia nei territori palestinesi che in Israele (contro palestinesi cittadini e residenti nei Territori Occupati).
  3. Alto rischio per la sicurezza del viaggiatore nelle zone di conflitto diretto (soprattutto Gaza, ma anche aree di Cisgiordania).
  4. Dilemma etico: visitare in modo “turistico tradizionale” Israele può significare ignorare o legittimare pratiche di occupazione e disuguaglianze

Paesi “eticamente problematici” per diritti civili e politici

Questi stati non sono necessariamente in guerra, ma sollevano forti questioni etiche. Viaggiare qui significa, spesso, sostenere economie turistiche che non rispettano i diritti fondamentali.

  • Arabia Saudita
    Monarchia assoluta. Le donne hanno diritti limitati, attivisti e dissidenti vengono incarcerati, la pena di morte è applicata frequentemente.
  • Thailandia
    Considerata destinazione turistica di massa, ma governata da decenni di colpi di stato militari. La legge di lesa maestà porta a lunghe pene detentive per chi critica la monarchia. Libertà di espressione ridotta.
  • Cina
    Forti limitazioni a libertà civili, sorveglianza digitale diffusa, repressione delle minoranze uigure e tibetane. Censura di stampa e internet.
  • Turchia
    Democrazia formale, ma negli ultimi anni il potere si è accentrato. Arresti di giornalisti, limitazioni alla libertà di parola, incarcerazione di oppositori politici.
  • Egitto
    Regime autoritario sotto al-Sisi: media sotto controllo, proteste vietate, ONG perseguitate.
  • Cuba
    Sistema a partito unico. Anche se famosa per cultura e turismo, la libertà politica e di stampa è limitata, con arresti di dissidenti.
  • Emirati Arabi Uniti (Dubai, Abu Dhabi)
    Modernità e lusso per i turisti, ma poca libertà di parola, sorveglianza diffusa, diritti dei lavoratori migranti fortemente violati.
  • Qatar
    Stesse criticità degli EAU: restrizioni politiche e religiose, condizioni di lavoro difficili per migranti. Le riforme restano parziali.
  • Bielorussia
    Dittatura di Lukashenko, alleato della Russia. Proteste represse con violenza, arresti arbitrari.
  • Vietnam
    Governo a partito unico, censura su internet e stampa, arresti di attivisti.
  • Laos
    Paese a partito unico, pochissima libertà politica, diritti civili limitati.
  • Israele e i Territori Palestinesi, anche in periodo di non guerra aperta (vedi sopra), sono luoghi problematici dal punto di vista etico. 

Israele: formalmente sviluppato come destinazione, ma problematico se si sceglie un turismo non consapevole perché non considera l’impatto sui palestinesi.

📌 Nota etica per i viaggiatori

 

  • Visitare paesi della prima categoria (conflitti e guerre) significa esporsi a gravi rischi personali.
  • Visitare paesi della seconda categoria (problemi etici) significa invece rafforzare economie che non rispettano libertà e diritti fondamentali.

Per un turismo più responsabile, si può:
✔ scegliere paesi con stabilità politica e democrazia funzionante;
✔ privilegiare destinazioni che tutelano diritti civili e ambientali;
✔ informarsi sempre attraverso fonti ufficiali (Ministeri Esteri, ONG come Amnesty International o Human Rights Watch).

Bangkok, Thailand
Bangkok, Thailand

Paesi con instabilità economica significativa

Un viaggiatore consapevole che vuole praticare il turismo responsabile può scegliere di evitare (o almeno valutare attentamente) i paesi con instabilità economica significativa non solo per motivi pratici, ma anche etici.

Ecco 5 motivazioni chiave:

  1. Contribuire a dinamiche distorsive dell’economia locale

In paesi con inflazione altissima o valute instabili, i turisti che pagano in valuta estera (es. dollari o euro) possono alimentare mercati paralleli o “neri”, rafforzando squilibri economici. Questo peggiora la disparità tra chi ha accesso a valuta forte e chi no.

  1. Rischio di sfruttamento indiretto delle comunità locali

In economie fragili, parte del settore turistico può finire nelle mani di pochi grandi operatori o soggetti vicini al potere, lasciando le comunità locali ancora più marginalizzate. Il turismo rischia di non portare benefici equi alla popolazione.

  1. Aumento delle disuguaglianze sociali

I turisti possono avere accesso a beni e servizi (hotel, trasporti, cibo importato) che per i residenti diventano sempre più inaccessibili. Questo crea una frattura tra “turisti privilegiati” e cittadini che faticano a soddisfare i bisogni primari.

  1. Impatto sull’approvvigionamento locale
    In contesti di scarsità economica, il turismo può sottrarre risorse (cibo, carburante, acqua, energia) già limitate alla popolazione, aggravando le difficoltà quotidiane degli abitanti.

  2. Rischio etico di “normalizzare” crisi strutturali
    Scegliere destinazioni in crisi economica senza considerare le conseguenze può significare, indirettamente, legittimare governi o sistemi che non affrontano le cause del collasso economico. Un turismo consapevole, invece, sceglie luoghi dove la spesa possa avere effetti positivi e sostenibili.

Argentina. L’inflazione resta molto alta (attorno al 40-50 % annuo nel 2025, pur in calo rispetto al picco), svalutazione del peso, misure di austerità introdotte dal governo di Javier Milei (tagli alla spesa pubblica, riduzione dei controlli e dei sussidi) per cercare di stabilizzare le finanze. 

https://www.focus-economics.com/country-indicator/Argentina/inflation/ 

How Argentina’s Javier Milei lost the markets and turned to Donald Trump – FT  

Argentina props up peso as crisis roils President Javier Milei – FT 

Argentina’s poverty rate soars above 50% under Javier Milei – FT 

Crollo del potere d’acquisto: molte persone versano in povertà (oltre il 50% secondo alcuni calcoli recenti). Proteste, malcontento sociale. Per il turista: beni essenziali spesso costosi, oscillazioni nel cambio valuta che rendono difficile pianificare i budget.

Argentina’s poverty rate soars above 50% under Javier Milei – FT
How Argentina’s Javier Milei lost the markets and turned to Donald Trump – FT

Venezuela. In passato iper-inflazione e crisi gravissima; recentemente il governo dichiara inflazione “solo” al 48% annuo per il 2024, che comunque resta una cifra molto elevata. Alcune misure sono prese per stabilizzare, ma le condizioni economiche generali restano fragili. 

https://www.reuters.com/world/americas/venezuela-inflation-was-48-year-on-year-2024-maduro-tells-lawmakers-2025-01-15/  

Grandi difficoltà per reperire beni di base, medicine, generi alimentari. Crisi energetica, carenza di valuta estera per importazioni. Notevoli disagi anche per chi viaggia: scarsità, prezzi imprevedibili, possibili problemi nel sistema dei pagamenti. 

Sri Lanka. Dopo il collasso economico del 2022 (default del debito, scarsità di carburante, produzione energetica, penuria di beni essenziali), il paese sta mostrando segni di ripresa: inflazione scesa, supporto del FMI con programmi di prestito, ma il costo della vita rimane alto.

L’economia è vulnerabile agli shock esterni, come cambi nei prezzi dei combustibili, politiche di debito. Per i viaggiatori: blackout elettrici, interruzioni nei trasporti o nei servizi, costi per beni importati possono essere molto alti; instabilità sociale possibile in aree colpite di recente.

Libano. Crisi economica in corso da anni (dal 2019), con svalutazione della lira di oltre il 90-98 %, inflazione che ha raggiunto livelli tripla cifra (oltre il 200 % in certi periodi), aumento della povertà, crollo del settore bancario, fallimento dello stato nel garantire servizi essenziali. 

Effetti pesanti su alimenti, medicine, carburante: molti sono costretti ad acquistare a credito o indebitarsi. Turisti possono incontrare problemi nei servizi (sanità, trasporti), scarsità di prodotti, prezzi molto variabili, possibili disordini sociali.

Pakistan. Crisi economica iniziata nel 2022, causata da debito esterno elevato, spinta inflazionistica per via del costo energetico e alimentare, in parte dovuta agli effetti globali di instabilità e guerre che aumentano i prezzi, nonché eventi climatici (alluvioni) che danneggiano agricoltura e infrastrutture. 

Anche se l’inflazione è recentemente calata, le oscillazioni rimangono, e il costo della vita per beni importati può diventare proibitivo. La stabilità dei servizi può essere incerta, specialmente fuori dalle grandi città. Turisti potrebbero riscontrare difficoltà nel cambio valuta, nei pagamenti o nella reperibilità di certi prodotti.

Zimbabwe. Lo Zimbabwe ha introdotto una nuova valuta (Zimbabwe Gold, “ZiG”) nell’aprile 2024, cercando di stabilizzare l’economia dopo anni di inflazione e svalutazione del dollaro zimbabwiano. Tuttavia la transizione è stata problematica: la valuta è stata fortemente svalutata, i prezzi di beni primari (cibo, abitazioni) sono cresciuti molto. Ad aprile-maggio 2025 l’inflazione annua del “ZiG” era tra l’85 % e il 92%.

CZI is concerned over the ‘very high’ annual inflation rate – 85% 

Anche se ci sono segnali di stabilizzazione nei prezzi mensili, l’inflazione cumulata resta molto elevata, e la vita quotidiana per la popolazione è estremamente costosa.

La fiducia nella valuta è bassa; molte transazioni, soprattutto nei mercati informali, continuano ad essere effettuate in valuta estera come il dollaro USA. 

https://www.africanews.com/2025/01/28/inflation-in-zimbabwe-rises-by-10-in-january/ 
Per i viaggiatori: aspettati che il cambio, i costi di vitto/ospitalità, trasporti, beni di consumo possano fluttuare molto; disponibilità di alcuni beni non sempre garantita.

Nigeria.L’inflazione è tornata ad essere alta: nei primi mesi del 2025 il tasso annuo si aggirava intorno al 24-25%.

Alcuni eventi rilevanti: cambiamenti nella base del calcolo dell’indice dei prezzi (rebasing del CPI), rimozione di sussidi (es. carburante), fluttuazioni del tasso di cambio.

Anche se l’inflazione sembra diminuire un poco, rimane molto alta per beni essenziali come alimenti, energia, trasporti.

Disparità urbane vs rurali: le aree urbane sentono maggiormente l’inflazione, specialmente per affitto, trasporti, servizi.

Per il turista: il costo della vita può sembrare inizialmente basso, ma la variazione dei prezzi può essere rapida; bisogna fare attenzione al cambio valuta e alla possibilità che alcuni prodotti importati costino molto o manchino.

Turchia. Tasso di inflazione molto elevato (oltre il 30-40 % annuo nei dati recenti, con punte maggiori in passato). 

Forte deprezzamento della lira, instabilità nelle politiche monetarie, tassi d’interesse altissimi, con effetto sul potere d’acquisto della popolazione. 

Anche se ci sono segnali di diminuzione dell’inflazione rispetto ai picchi, il livello dei prezzi resta elevato per molti beni e servizi (vitto, alloggio, trasporti). 

Il cambio valuta è instabile, e la lira continua a perdere valore rispetto alle valute forti. Questo si riflette anche nei prezzi in valuta locale per servizi offerti ai turisti.
Per il turista: conviene informarsi bene prima sul tasso di cambio “reale”, usare eventualmente pagamenti in valuta estera se possibile, e considerare che l’aumento dei prezzi può essere rapido.

Egitto. L’Egitto ha attraversato un periodo di crisi del cambio: svalutazione della valuta, misure richieste dal FMI, aumento dei tassi d’interesse, devalorizzazione della sterlina egiziana.


Inflazione che è salita molto (vicino al 40% o oltre in periodi recenti) ma che è in lenta discesa grazie alle riforme monetarie. 

La forte differenza tra tasso ufficiale e tassi del mercato nero/mercato parallelo. Questo può creare confusione e costi imprevisti per chi cambia valuta o paga in cambio locale.
Beni importati, carburante, cibo e servizi con componenti importate tendono a subire aumenti frequenti.
Turisti potrebbero trovare che il costo del soggiorno sia maggiore di quanto previsto inizialmente; comunque le zone turistiche consolidate resistono meglio, ma non sono immuni alle difficoltà economiche.

Sudan (prima della guerra civile / situazione recente).  Anche prima del conflitto attivo (aperto nel 2023), Sudan era già in difficoltà economica: debito elevato, inflazione fuori controllo, diffuse svalutazioni della moneta, caduta nelle entrate statali, problemi di bilancio. 

Dopo l’inizio del conflitto, la situazione è precipitata: contrazione del PIL, grave perdita dei servizi, enorme impatto su commercio interno ed esterno.  EUAA – European Union Agency for Asylum 

Prima del conflitto, ma già in deterioramento, era diffusa la scarsità di valuta estera per importazioni, il che rendeva difficoltoso reperire molti prodotti importati (cibo, medicine).
Il collasso di infrastrutture (strade, elettricità, servizi sanitari) rendeva anche il turismo estremamente problematico, in particolare fuori dai centri principali.
Per il turista: anche se non in guerra, viaggiare in Sudan implicava rischi economici: prezzi instabili, difficoltà nel pagamento in valuta locale, necessità di portare valuta forte, incertezza logistica.

👉 In sintesi:

  • Turismo ancora accessibile ma con complicazioni: Argentina, Turchia, Egitto, Sri Lanka.
  • Turismo eticamente e logisticamente problematico: Venezuela, Zimbabwe, Libano, Nigeria

Dopo le cattive notizie però, ti propongo anche alcune soluzioni alternative o modalità diverse, leggi l’articolo fino alla fine per scaricare il pdf.

Belarus
The Opera and Ballet Theatre in Minsk

Quali soluzioni sono possibili, quali alternative adottare?

Paesi a rischio per instabilità, conflitti o terrorismo

Afghanistan
Conflitti armati, assenza di sicurezza e libertà civili.
Sostenere rifugiati e progetti culturali afghani in diaspora (es. artigianato, mostre, cucina).

ONG consigliata: RAWA (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan) — informazioni e modo di sostegno tramite organizzazioni partner (es. CISDA). Sito partner informativo: https://www.cisda.it

Alternativa etica / progetto: sostegno a gruppi della diaspora (fondazioni e associazioni culturali afghane in Europa / Italia) — cerca associazioni locali in EU che promuovono artigianato e formazione.

Siria.
In guerra civile dal 2011. Gran parte del paese è distrutta, con milioni di sfollati e controllo frammentato tra governo, opposizioni e forze straniere.
Partecipare a eventi culturali siriani in Europa/altrove; supportare ONG per ricostruzione del patrimonio.

ONG: Médecins Sans Frontières / Doctors Without Borders — https://www.msf.org

Alternativa etica / progetto: ONG che lavorano su patrimonio e ricostruzione (es. UNESCO / Syrian Heritage initiatives) — pagine UNESCO su patrimonio siriano.

Yemen.
Conflitto armato e grave crisi umanitaria. Sostenere ONG attive per acqua e alimentazione; evitare turismo che sottrae risorse vitali.

ONG: Save the Children  https://www.savethechildren.org

Alternativa etica: progetti umanitari per acqua e alimenti sostenuti da ONG internazionali (donazioni mirate, volontariato professionale).

Sudan e Sud Sudan.
Guerra civile, collasso istituzionale ed economico.
Il Sudan vive una guerra civile dal 2023 che devasta Khartoum e Darfur. Il Sud Sudan, indipendente dal 2011, soffre di conflitti interni e carestie. 

Seguire campagne di solidarietà; valorizzare letteratura e cultura sudanese all’estero.

ONG: Médecins Sans Frontières / Oxfam / UN agencies (UNICEF, UNHCR) — https://www.msf.org  / https://www.oxfam.org  / https://www.unhcr.org

Alternativa etica: sostenere ONG che lavorano su sicurezza alimentare e rifugiati; eventi culturali sudanesi in diaspora.

Libia.
Conflitti interni, frammentazione politica, alto rischio. 

Partecipare a progetti di archeologia e storia libica tramite musei e mostre.

ONG consigliata: International Committee of the Red Cross (ICRC) — https://www.icrc.org

Alternativa etica: collaborazioni museali e progetti di tutela del patrimonio con università e musei europei.

Mali.
In sicurezza per presenza di gruppi armati, colpi di Stato. 

Supportare musica e arte maliana tramite festival e associazioni culturali.

ONG: ACAPS / ICRC — https://www.acaps.org  / https://www.nrc.no  / https://www.icrc.org

Alternativa etica: festival musicali e organizzazioni culturali maliane in Europa (sostegno alla musica e all’artigianato). 

Repubblica Centrafricana (CAR). Presenza di gruppi armati e continui scontri. Una delle crisi umanitarie più gravi e dimenticate al mondo.

ONG: International Rescue Committee (IRC) / ICRC — https://www.rescue.org  / https://www.icrc.org
Alternativa etica: supporto a programmi di pace e sviluppo rurale tramite ONG internazionali.

Repubblica Democratica del Congo (est)
Zone come Nord Kivu e Ituri sono teatro di conflitti armati e violenze contro civili. Lo sfruttamento delle risorse naturali alimenta instabilità.

ONG: Médecins Sans Frontières, Oxfam — https://www.msf.org / https://www.oxfam.org

Alternativa etica: iniziative di commercio equo per prodotti locali (caffè, artigianato) gestite da cooperative.

Somalia
Lo Stato non ha mai recuperato piena stabilità dal collasso negli anni ’90. Al-Shabaab e altri gruppi terroristici mantengono forte influenza.

ONG: UNHCR / ICRC l — https://www.unhcr.org  / https://www.icrc.org
Alternativa etica: progetti di sviluppo comunitario nel Corno d’Africa (ONG specializzate).

Haiti

Lo stato è quasi collassato: bande armate controllano gran parte della capitale, con rapimenti e violenze frequenti. Non esiste sicurezza, né stabilità politica.

ONG / organizzazioni affidabili:

  • Partners In Health Haiti → pih.org
  • Fonkoze (microfinanza per donne haitiane) → fonkoze.org

Alternativa etica: visitare comunità haitiane nella diaspora (es. eventi culturali a Montréal, Miami, Parigi) sostenendo direttamente artisti e artigiani haitiani.

Myanmar (Birmania)

Dopo il colpo di stato militare del 2021, repressione delle minoranze etniche (es. Rohingya), guerra civile e arresti arbitrari sono all’ordine del giorno. Turismo etico e sicuro è praticamente impossibile.

Evitare turismo diretto che finanzia la giunta; sostenere gruppi etnici e ONG indipendenti.

ONG / organizzazioni affidabili:

Eritrea

Anche se meno visibile, è considerata una “Corea del Nord africana”. Servizio militare obbligatorio a tempo indeterminato, assenza di libertà di stampa, emigrazione forzata.

Non alimentare turismo che finanzia il regime; sostenere diaspora e programmi indipendenti.

ONG / organizzazioni affidabili:

  • Human Rights Concern Eritrea → hrce.org 
  • Eritrean Diaspora Network (piattaforme di advocacy).

Alternativa etica: partecipare a eventi culturali e gastronomici eritrei nelle comunità della diaspora (in Italia, Svizzera, Germania).

Russia (zone di confine/Ucraina)
Il conflitto con l’Ucraina, la repressione interna e le sanzioni hanno reso il paese isolato e pericoloso.

Evitare turismo diretto che legittima il regime; sostenere ONG indipendenti e media liberi.

ONG / organizzazioni affidabili:

  • Memorial International (diritti umani e memoria storica) → memohrc.org
  • OVD-Info (assistenza legale a dissidenti) → ovdinfo.org
  • Alternativa etica: viaggi culturali in Georgia, Armenia, paesi baltici — dove si trovano comunità russe indipendenti e artisti dissidenti.

Venezuela
Grave crisi economica, politica e sociale: blackout, scarsità di cibo e medicine, proteste represse.

Evitare pacchetti turistici governativi; sostenere progetti della società civile.

Iran
Il regime reprime proteste, limita libertà delle donne (obbligo di hijab) e arresta cittadini stranieri con accuse arbitrarie.

Evitare viaggi che finanziano il regime, ma sostenere donne e attivisti.

ONG / organizzazioni affidabili:

Alternativa etica: partecipare a eventi della diaspora iraniana (mostre, festival, cinema); sostenere artigiani e musicisti indipendenti fuori dall’Iran.

✅ In sintesi:

  • Evitare turismo diretto in questi paesi oggi è la scelta più etica.
  • Sostenere ONG affidabili e progetti comunitari è il modo migliore per “viaggiare responsabilmente a distanza”.

Cercare alternative culturali nelle comunità della diaspora consente di conoscere la cultura senza legittimare regimi repressivi.

ONG / organizzazioni affidabili:

  • PROVEA (Programa Venezolano de Educación-Acción en Derechos Humanos) → provea.org
  • Alimenta la Solidaridad (programmi nutrizionali comunitari) → alimentalasolidaridad.com 

Alternativa etica: preferire esperienze culturali nella diaspora venezuelana (musica, gastronomia, arte), sostenendo direttamente associazioni e creativi emigrati.

Iran
Il regime reprime proteste, limita libertà delle donne (obbligo di hijab) e arresta cittadini stranieri con accuse arbitrarie.

Evitare viaggi che finanziano il regime, ma sostenere donne e attivisti.

 

ONG / organizzazioni affidabili:

Alternativa etica: partecipare a eventi della diaspora iraniana (mostre, festival, cinema); sostenere artigiani e musicisti indipendenti fuori dall’Iran.

✅ In sintesi:

  • Evitare turismo diretto in questi paesi oggi è la scelta più etica.
  • Sostenere ONG affidabili e progetti comunitari è il modo migliore per “viaggiare responsabilmente a distanza”.
  • Cercare alternative culturali nelle comunità della diaspora consente di conoscere la cultura senza legittimare regimi repressivi.
Sudan
Sudan

Paesi “eticamente problematici” per diritti civili e politici

Arabia Saudita
Monarchia assoluta. Le donne hanno diritti limitati, attivisti e dissidenti vengono incarcerati, la pena di morte è applicata frequentemente.

Approfondire la cultura araba in paesi più aperti (es. Giordania, Marocco, Tunisia) o sostenere viaggi di conoscenza organizzati da ONG sulla condizione femminile.

Thailandia
Considerata destinazione turistica di massa, ma governata da decenni di colpi di stato militari. La legge di lesa maestà porta a lunghe pene detentive per chi critica la monarchia. Libertà di espressione ridotta.

Visitare altri paesi del Sud-est asiatico più liberi (es. Laos, Vietnam in zone rurali con turismo comunitario) o sostenere tour comunitari gestiti da minoranze etniche thailandesi fuori dai circuiti commerciali.

ONG consigliata: Fortify Rights (diritti umani in SE Asia) — https://www.fortifyrights.org 

Alternativa etica: tour community-based nel Nord (ethnic minority community tourism certificata) — es. operatori locali associati ad AITR in Italia. 

Laos
Paese a partito unico, pochissima libertà politica, diritti civili limitati.

Vietnam
Governo a partito unico, censura su internet e stampa, arresti di attivisti.

Per entrambi questi paesi 

ONG: local human rights groups info su Amnesty/Human Rights Watch.

Alternativa etica: scegliere operatori di turismo comunitario (homestay, eco-lodge) che lavorino con comunità minoritarie e paghe eque — molte ONG locali e internazionali certificano progetti (es. volontariato con local NGOs).

Cina
Forti limitazioni a libertà civili, sorveglianza digitale diffusa, repressione delle minoranze uigure e tibetane. Censura di stampa e internet.

Privilegiare destinazioni asiatiche democratiche (Taiwan, Giappone, Corea del Sud) o partecipare a festival culturali cinesi organizzati da comunità della diaspora.
ONG informative: Human Rights Watch / Amnesty International — https://www.hrw.org  / https://www.amnesty.org 

Alternativa etica: partecipare a eventi culturali della diaspora cinese, o visitare Taiwan, Giappone, Corea del Sud per esperienze culturali simili con diversi standard civili.

Turchia
Democrazia formale, ma negli ultimi anni il potere si è accentrato. Arresti di giornalisti, limitazioni alla libertà di parola, incarcerazione di oppositori politici.

Scegliere turismo comunitario nei Balcani o Caucaso; sostenere operatori indipendenti in Turchia (progetti locali, ONG culturali).

ONG: Amnesty International Turkey (info e report) / Turkish Civil Society groups — https://www.amnesty.org 

Alternativa etica: operatori locali indipendenti (piccoli tour operator che lavorano con comunità, es. nel Ponto / Cappadocia — cerca “community-based tourism Turkey”).

Egitto
Regime autoritario sotto al-Sisi: media sotto controllo, proteste vietate, ONG perseguitate.

Visitare musei e mostre in Europa/Africa dedicate all’antico Egitto, oppure esperienze comunitarie nel Maghreb.

ONG: Egyptian Initiative for Personal Rights (EIPR) — https://eipr.org  (info su diritti)

Alternativa etica: piccoli tour operator locali e guide indipendenti che reinvestono nel territorio; supporto a musei e progetti conservativi (es. American Research Center in Egypt — https://www.arce.org)

Cuba
Sistema a partito unico. Anche se famosa per cultura e turismo, la libertà politica e di stampa è limitata, con arresti di dissidenti.

Visitare comunità cubane all’estero, sostenere la musica e la danza cubana; preferire paesi caraibici con maggiore pluralismo politico.

ONG informative: Cuban human rights orgs via Amnesty / Human Rights Watch — https://www.hrw.org 

Alternativa etica: collaborazioni con scuole di musica e danza cubane fuori dal circuito “resort” e programmi di scambio culturale nella diaspora.

Emirati Arabi Uniti (Dubai, Abu Dhabi)
Modernità e lusso per i turisti, ma poca libertà di parola, sorveglianza diffusa, diritti dei lavoratori migranti fortemente violati.

ONG informative: Human Rights Watch — https://www.hrw.org 

Alternativa etica: scegliere tour operator che certificano pratiche etiche (eco-lodge, turismo locale) e supportano progetti per i diritti dei lavoratori; oppure scegliere Oman per un’esperienza nel Golfo con politiche sociali più aperte.

Qatar
Stesse criticità degli EAU: restrizioni politiche e religiose, condizioni di lavoro difficili per migranti. Le riforme restano parziali.

Sostenere realtà sportive e culturali del Medio Oriente in paesi più inclusivi; viaggiare in destinazioni con modelli di sviluppo sostenibile.

Bielorussia
Dittatura di Lukashenko, alleato della Russia. Proteste represse con violenza, arresti arbitrari.

ONG: NEXTA / Belarusian human rights groups (info) — ricerca tramite Amnesty / HRW per sostegno ai dissidenti.

Alternativa etica: sostenere comunità bielorussa in esilio, eventi culturali in Europa.

The Obelisk of Buenos Aires, Argentina

Paesi con instabilità economica significativa

Argentina. L’inflazione resta molto alta (attorno al 40-50 % annuo nel 2025, pur in calo rispetto al picco), svalutazione del peso, misure di austerità introdotte dal governo di Javier Milei (tagli alla spesa pubblica, riduzione dei controlli e dei sussidi) per cercare di stabilizzare le finanze.

Crollo del potere d’acquisto: molte persone versano in povertà (oltre il 50% secondo alcuni calcoli recenti). Proteste, malcontento sociale. 

ONG / progetti: Fundación La Alameda (diritti sociali) / Fundación Amigos del Museo (progetti culturali) — cerca su siti locali.

Alternativa etica: partecipare ad eventi culturali argentini in Europa; acquistare artigianato tramite cooperative fair-trade (es. associazioni del tango che pagano equamente artisti).

Venezuela. In passato iper-inflazione e crisi gravissima; recentemente il governo dichiara inflazione “solo” al 48% annuo per il 2024, che comunque resta una cifra molto elevata. Alcune misure sono prese per stabilizzare, ma le condizioni economiche generali restano fragili. Grandi difficoltà per reperire beni di base, medicine, generi alimentari. Crisi energetica, carenza di valuta estera per importazioni. 

ONG: PROVEA (Venezuelan human rights org) — https://provea.org

Alternativa etica: sostenere ONG nella diaspora venezuelana; collaborare con banche del cibo e progetti umanitari certificati. Viaggiare verso destinazioni caraibiche più stabili.

Sri Lanka. Dopo il collasso economico del 2022 (default del debito, scarsità di carburante, produzione energetica, penuria di beni essenziali), il paese sta mostrando segni di ripresa: inflazione scesa, supporto del FMI con programmi di prestito, ma il costo della vita rimane alto.

ONG: Sarvodaya (ong di sviluppo locale)  https://www.sarvodaya.org

Alternativa etica: turismo comunitario (homestay) gestito da cooperative locali, sostenuto da ONG di sviluppo.

Libano. Crisi economica in corso da anni (dal 2019), con svalutazione della lira di oltre il 90-98 %, inflazione che ha raggiunto livelli tripla cifra (oltre il 200 % in certi periodi), aumento della povertà, crollo del settore bancario, fallimento dello stato nel garantire servizi essenziali

  • ONG: Beit el Baraka / Amel association for social development — cerca amelfoundation.org
  • Alternativa etica: supportare ristoranti sociali, cooperative agricole e iniziative di resilienza urbana.

Pakistan. Crisi economica iniziata nel 2022, causata da debito esterno elevato, spinta inflazionistica per via del costo energetico e alimentare, in parte dovuta agli effetti globali di instabilità e guerre che aumentano i prezzi, nonché eventi climatici (alluvioni) che danneggiano agricoltura e infrastrutture. 

ONG: Edhi Foundation (assistenza sociale) — https://edhi.org

Alternativa etica: tour operator che lavorano con comunità rurali e progetti di conservazione (es. cooperative nel Nord).

Zimbabwe. Lo Zimbabwe ha introdotto una nuova valuta (Zimbabwe Gold, “ZiG”) nell’aprile 2024, cercando di stabilizzare l’economia dopo anni di inflazione e svalutazione del dollaro zimbabwiano. Tuttavia la transizione è stata problematica: la valuta è stata fortemente svalutata, i prezzi di beni primari (cibo, abitazioni) sono cresciuti molto. Ad aprile-maggio 2025 l’inflazione annua del “ZiG” era tra l’85 % e il 92 %.

Privilegiare destinazioni in Africa australe con progetti comunitari (es. Namibia, Botswana) e sostenere ONG attive in Zimbabwe. 


Nigeria.L’inflazione è tornata ad essere alta: nei primi mesi del 2025 il tasso annuo si aggirava intorno al 24-25 %.
Anche se l’inflazione sembra diminuire un poco, rimane molto alta per beni essenziali come alimenti, energia, trasporti.

Valorizzare la cultura nigeriana tramite festival di musica e cinema nel mondo (Afrobeat, Nollywood).

Per entrambi i paesi 

ONG internazionali utili per contatti e partnership: Oxfam (https://www.oxfam.org ), Mercy Corps (https://www.mercycorps.org ), International Rescue Committee (https://www.rescue.org ), Save the Children (https://www.savethechildren.org).

Turchia, Egitto e Sudan si vedano le sezioni precedenti.

Sara

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