Il WTM London 2025 si è confermato uno degli appuntamenti fieristici più importanti dell’anno per l’industria turistica globale. Con una crescita significativa, un programma ricco di contenuti e la partecipazione di oltre 180 Paesi, l’evento ha mostrato — almeno sulla carta — un forte dinamismo.
Tuttavia, la mia esperienza personale e professionale, insieme ai contenuti che ho condiviso quotidianamente su LinkedIn durante i tre giorni della fiera, mette in luce un quadro più sfumato, fatto di elementi molto positivi e di criticità che meritano attenzione.
Panoramica dell’evento
Numeri principali
- 46.500 partecipanti, il più alto di sempre
- 5.500 buyer qualificati (+8% rispetto al 2024)
- 182 Paesi rappresentati
- +25% di spazio espositivo
- Oltre 40.000 meeting pre-programmati
- Business generato stimato oltre £2,2 miliardi
L’evento è stato ospitato al ExCeL London dal 4 al 6 novembre 2025, in un’atmosfera vivace e fortemente orientata al business.
Trend principali emersi nel 2025
Il TrendFest
Una delle novità più evidenziate è stata il TrendFest, un’area esperienziale che ha ospitato show, performance ed espositori innovativi.
Il format ha funzionato bene perché ha generato un flusso costante e dinamico di visitatori, posizionandosi come polo di attrazione dell’evento.
Tecnologia & Travel Tech
La crescita del settore tech è stata evidente: soluzioni digitali, piattaforme AI, sistemi integrati e nuovi strumenti per migliorare l’esperienza del turista e l’operatività degli operatori sono stati tra gli highlight del 2025.
Turismo esperienziale
Molti espositori hanno puntato su narrazioni immersive, storytelling e contenuti sensoriali — un trend ormai consolidato nel settore.
La mia esperienza personale
Il WTM 2025 per me ha rappresentato un ritorno: un rientro in uno spazio professionale che conosco bene e con cui ho una lunga storia.
Cosa ha funzionato bene
- Ho organizzato meeting efficaci con contatti già consolidati, il che ha reso la mia partecipazione molto produttiva.
- Ho ritrovato colleghi, partner e interlocutori con cui porto avanti progetti su sostenibilità, responsabilità, cultura e sviluppo locale.
- L’esperienza è stata positiva anche dal punto di vista umano: i tre giorni sono stati intensi e stimolanti, come ho raccontato nei miei aggiornamenti quotidiani su LinkedIn (Day 1, Day 2 e Day 3).
Il tema che ho portato personalmente al WTM
Nel mio percorso giornaliero ho contribuito al dibattito su:
- Digital Pollution (day 2)
- Overtourism e gestione responsabile (day 3)
- percezione del turismo, sviluppo locale, responsabilità nel settore.
Ho trovato ottime discussioni nei panel e nei workshop dedicati, spesso ricchi di spunti concreti.
Criticità riscontrate (e perché contano davvero)
Accesso limitato all’elenco dei partecipanti
Una criticità importante è l’impossibilità, per chi ha un pass Visitor/Trade, di visualizzare l’elenco completo dei partecipanti, sia buyer sia exhibitor, se non con un upgrade di circa £500.
Questo:
- limita fortemente il networking,
- rende più difficile preparare l’agenda meeting,
- Penalizza i professionisti indipendenti e i progetti con budget contenuti.
Per me è un elemento che riduce la convenienza del WTM per chi non espone.
4.2 Posizionamento discutibile delle aree
Pur riconoscendo la qualità del TrendFest, ho trovato poco corretta la decisione di collocare la sezione Africa in un’area periferica e poco visibile.
La mia posizione è chiara:
La zona che attira di più deve ospitare chi genera valore, non chi ha più budget.
Collocare l’Africa lontano dal cuore della fiera è una scelta che rischia di limitare la visibilità di un continente ricco di cultura, innovazione e proposte di turismo responsabile.
4.3 Assenza di premi come i Responsible Tourism Awards
Rispetto alle edizioni passate, l’assenza di cerimonie dedicate al turismo responsabile — come i Responsible Tourism Awards — ha avuto un impatto:
- meno momenti di incontro spontanei tra professionisti del settore;
- meno occasioni di networking mirato;
- Minore visibilità per gli operatori, spesso piccoli e innovativi, con budget limitati.
Questi premi erano una leva importante non solo per celebrare le eccellenze, ma anche per costruire comunità.
4.4 Nessuno spazio dedicato al turismo responsabile
Pur essendoci panel eccellenti e workshop di qualità, al WTM 2025 è mancato uno spazio fisico dedicato agli operatori del turismo responsabile.
Né nel TrendFest né altrove.
Per chi — come me — lavora in sostenibilità, responsabilità, inclusività e accessibilità nel turismo, questo è un segnale preciso:
L’interesse per il turismo responsabile è raccontato più a parole che nei fatti.
Il confronto con ITB Berlino
Pur offrendo un numero maggiore di aree di pausa rispetto al 2019 — elemento che facilita le conversazioni veloci e i meeting improvvisati — il WTM presenta un approccio più frammentato nella disposizione degli spazi.
All’ITB di Berlino, invece, gli spazi liberi sono meno numerosi, ma la fiera compensa con settori tematici ben definiti, come quelli dedicati al turismo responsabile e al turismo LGBTQ+.
Queste aree curate e visibili fanno una grande differenza: anche se alcune organizzazioni non compaiono in agenda o nella directory, è sufficiente recarsi in quel settore per trovare operatori, esperti e stakeholder del comparto. La presenza di uno spazio fisico riconoscibile rende il networking più naturale e mirato, riducendo la dispersione tipica del WTM.
Un’altra differenza riguarda la gestione delle presentazioni. Al WTM molte sessioni si svolgono in spazi chiusi e piuttosto bui: una scelta efficace per favorire concentrazione e ascolto, ma che tende a isolare i talk dal resto della fiera.
All’ITB, invece, i teatri sono più aperti, luminosi e integrati nel flusso dell’esposizione. Questo fa sì che le presentazioni diventino veri punti di aggregazione: luoghi in cui incontrare colleghi, avviare conversazioni e organizzare meeting informali, rendendo le sessioni un’esperienza collettiva e non un momento separato.
Conclusione
Il WTM London 2025 è stato un evento importante, coinvolgente e ricco di opportunità.
È un luogo straordinario per incontrare professionisti da tutto il mondo e comprendere dove si sta muovendo l’industria del turismo globale.
Tuttavia, è un evento che può — e deve — migliorare, soprattutto per quanto riguarda:
- equità nella visibilità degli espositori,
- accesso alle informazioni,
- spazi dedicati alle innovazioni responsabili,
- Inclusione reale del settore sostenibile.
Personalmente porto a casa:
- molte conversazioni interessanti,
- la gioia di essere tornata al WTM,
- progetti da sviluppare,
- e la consapevolezza che il settore ha ancora molta strada da fare per trasformare in azione concreta ciò che proclama nei panel.
Il turismo responsabile non è un “trend”, è un pilastro.
E merita spazio, riconoscimento e investimenti concreti — anche (e soprattutto) in eventi globali come il WTM.
Sara
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